Passione Rally

[ Home page | Sommario | Invia ]

Caso-Aghini: fuoco di paglia o punta di un iceberg? (articolo di racingworld.it)

Da: Giacomo Cunial (copia incolla di Raffaele)
Date: 05/09/2005
Time: 11.26.26
Remote Name: 217.58.153.167

Commenti

Il CIR 2005, il Campionato Italiano Rally che era iniziato come il più interessante e divertente degli ultimi anni, ha tradito gli spettatori. Tutti gli appassionati (e non solo…) se ne sono tornati a casa da Udine, dal rally Alpi Orientali, con l’amaro in bocca. Ma non è stato il gusto di aver visto il proprio beniamino perdere, oppure di aver visto un rally privo di emozioni e poco spettacolare, bensì è stato il sapore di una sconfitta. Questa volta sono stati lo sport e l’agonismo ad avere avuto la peggio. Il fatto: Gara spumeggiante, a tratti condita da un pubblico caloroso e da paesaggi fantastici. Tutto ciò sembrava lanciare il CIR 2005 alla volata finale con Longhi, giunto sul campo secondo, che distanziava nuovamente Navarra nella classifica generale (il cesenate è stato tradito dalla trasmissione). Andrea Aghini tornava a vincere, dopo gli anni passati tra sofferenze e difficoltà, superate entrambe con la scaltrezza di sempre. Gli equipaggi motorizzati S1600, di nuovo in difficoltà, salutavano a malincuore la possibilità di un possibile titolo nazionale assoluto. Fin qui, niente da recriminare. Parlando all'"imperfetto", però, si capisce che lo scenario post-gara è stato diverso, molto diverso. Pochi chilometri dividevano l’equipaggio Aghini-Canton dal podio finale, quando un giudice si accorge di un fatto, molto singolare: l’Impreza #6 svolta, entra in un cortile privato e… Cambia gomme? Controlla se è tutto ok? Molti pensano che dentro a quel cortile è successo dell’altro. Ad avvalorare queste ipotesi ci sono delle foto inequivocabili in cui vengono individuate l’auto di “Ago” entrare e altre persone impegnate a chiudere il cancello. Da questo fatto iniziano le conseguenze: 15 minuti di penalità inflitti all’equipaggio della TopRun per aver infranto l’articolo FIA numero 12.1.3 (il quale sostiene che non si può abbandonare il percorso di gara) e tante, tante polemiche. Le dichiarazioni: A caldo, i commenti erano stati questi... Piero Longhi - "Non entro nel merito della vicenda, non so. Ne abbiamo parlato con lui, mi ha dato la sua versione e la accetto. Se non ha commesso una scorrettezza, la delusione per questa vittoria è doppia, se invece c’è stata irregolarità, mi spiace, ma le regole vanno rispettate". Michele Agnello, patron della TopRun – "Aghini mi ha detto che si è fermato solo per cambiare una gomma. Non so, si vede che non deve vincere, che è uno scomodo", ha concluso in tono abbastanza polemico. Lo stesso dicasi per Franco Cunico, che però ha usato toni un pò diversi - "Una brutta cosa, che conferma i diversi fatti strani che accadono da tempo. Questa non è un’illazione, ci sono prove inconfutabili e ci voleva un esempio forte, altrimenti si deve iniziare a stare a casa. Non punto il dito contro nessuno, ma su tutto il sistema, che deve re-settarsi e la CSAI che deve mettere i commissari tecnici in condizione di lavorare. E controllare di più elettronica e turbine". "I fatti si commentano da soli", è stata invece la versione di Renato Travaglia. Un polverone, quello alzato dal caso-Aghini ad Udine, che durerà sino a fine stagione, se non oltre. Le ipotesi che si possono fare in una situazione del genere sono due, come da titolo. O quello di "Ago" è stato un errore di distrazione, uscendo fuori dal regolamento nel tentativo di riparare la vettura, oppure ci ritroviamo di fronte ad un "iceberg", del quale ne è venuta a capo solo la punta. Un enorme pezzo di ghiaccio, che potrebbe celare di tutto al proprio interno. "Strani" accordi ai quali potrebbe far parte chiunque (non viene accusato nessuno), sempre per inseguire l’obbiettivo più ambito: la vittoria. Del resto, non sono nuovi degli illeciti nel mondo dello sport, soprattutto di questi tempi. Nel caso in cui la seconda ipotesi dovesse essere quella veritiera, cadrebbe allora un mito, legato a quel campionato modificato qualche anno fa per far fronte ai costi eccessivi delle WRC e che ora si ritrova nel "buco nero" più grande della sua storia. Con i "se" e con i "ma", lo sappiamo, non si fanno né giudizi né verità. Una cosa però è certa: lungi da noi giudicare il fatto accaduto a Udine, ma tifando sempre per la lealtà, ci auguriamo comunque che sia stato un episodio isolato nella storia del rallysmo di casa nostra, e che questo capitolo oscuro rimanga ormai parte del passato.

Aggiornato il: 15 maggio 2007